Tre 12 metri diversi: Elan 410 punta sulle performance, Dufour 405 GL ha un pozzetto intelligente, Beneteau sfrutta il baglio per ottenere una grande dinette. Li abbiamo messi a confronto, ecco com’è andata Beneteau Oceanis 40
di Simon Mastrangelo
LA NOSTRA IDEA: UN CONFRONTO TRA ELAN 410, DUFOUR 405 GL E BENETEAU OCEANIS 40
Perché un confronto proprio tra 40 piedi? Perché è nella fascia tra i 10 e i 12 metri che si concentrano i desideri dei diportisti italiani. Lo dicono i freddi dati statistici: quasi il 50% del naviglio da diporto iscritto negli uffici marittimi rientra nella categoria 10/12 metri, con una preminenza della seconda lunghezza sulla prima. Lo dice l’impegno che i cantieri stanno mettendo nel rendere i 40 piedi sempre più vivibili, seguendo le richieste dei futuri armatori. Da qui l’idea di fare un’incursione nel mercato della cantieristica di serie per vedere quali sono le alternative. Abbiamo scelto, tra i più quotati, tre filosofie diverse: il Beneteau Oceanis 40, l’Elan 410 e il Dufour 405 GL.
Partiamo dal Dufour 405 Grand Large
D’obbligo partire da quest’ultimo vista la vittoria nella categoria family cruiser all’European Yacht of the Year 2010 con il giudizio “good looking, good sailing, good solutions, good build quality (for her class), good price”. Un risultato frutto dell’intelligente strategia del cantiere d’Oltralpe che ha saputo, con la linea “GL”, unire i costi contenuti e le volumetrie generose tipiche di marchi come Beneteau e Hanse a prestazioni e stile di fascia di prezzo superiore. Una ricetta che sposa ingredienti raffinati come le linee d’acqua di Umberto Felci, noto per progetti “tirati”, con sapori genuini e più semplici.
Il progetto di Umberto Felci
Ad esempio lo scafo monolitico a laminazione manuale con resina poliestere e controstampo strutturale (lavorazione più economica ma più pesante). Lo stesso vale per gli interni dove tecniche proprie della produzione seriale (come il mobilio tagliato a controllo numerico) sono associate a finiture accurate. Attenzione che ritroviamo nell’equilibrio tra design e funzionalità. Esercizio riuscito per la plancetta che si chiude restituendo purezza allo specchio di poppa e per la tuga che, è proporzionata e resa filante dalle finestrature.
CONFRONTO TRA POZZETTI


Elan 410 sceglie un timone ampio
L’ampio pozzetto è diviso da un tavolo utile in rada per il convivio e in navigazione, vista la distanza tra le sedute, per puntellarsi sottovento. Il carrello randa sopra alla tuga e i winch genoa ai lati della timoneria sono pensati per un uso crocieristico: facilità di conduzione in equipaggio ridotto e passaggi liberi da intralci. Approccio diverso per l’Elan 410 con ruota del timone singola larga quanto il pozzetto: utile al timoniere per mantenere in navigazione una presa ottimale, crea qualche difficoltà per il passaggio a poppa all’ancora.
LA DINETTE DI BENETEAU OCEANIS 40
Maestro del rapporto spazio/prezzo Beneteau ha lavorato negli ultimi anni sulla qualità dei suoi metri cubi e cioè sul comfort. L’interno dell’Oceanis 40 progettato da Nauta Design ne è un esempio. Sfrutta il baglio massimo prolungato e le murate quasi verticali dello scafo creando una zona giorno, dinette a U e divano contrapposto con alle spalle la cucina a murata, spaziosa e luminosa grazie alle ampie finestrature sulla tuga. Quest’ultima comprime con la sua dimensione i passavanti e la zona di coperta a proravia del tambuccio, ma non il pozzetto.
Una superficie velica contenuta
Simile nella disposizione a quello del Dufour 405 GL, il pozzetto è ben studiato per la crociera con un tavolo ampio e solido corredato di tientibene e di una abat-jour per l’illuminazione. L’Oceanis 40, tra le barche a confronto, è quello con la superficie velica relativa (rapporto tra superficie velica e dislocamento) più contenuta, che da un lato rende lo scafo meno brillante con venti leggeri e dall’altro permette di ottenere un pescaggio più ridotto (1,90 standard – 1,50 opzionale): si perde qualche posizione in navigazione, ma si arriva davanti in rada.
Alla ricerca dello spazio
La dinette è l’osservato speciale dei saloni nautici. I visitatori misurano con accuratezza “spannometrica” il numero di persone che stanno sul divano, le portate che contiene il tavolo e la facilità di entrata/uscita dalle sedute. Beneteau sembra aver osservato con attenzione questi comportamenti. Ha aumentato la dimensione della dinette prolungandola verso poppa con una chaise longue e ha sviluppato un tavolo pieghevole per facilitare la disposizione degli ospiti intorno al piano di appoggio. Stessa attenzione per la seduta di babordo che scorre verso l’interno per liberare il passaggio. Nella versione due cabine con cucina a L si guadagna un divano a murata.
LA COPERTA

Una barca reattiva
Nella pratica velica questo vuol dire: barca reattiva e boliniera con poco vento e rigida alla tela all’aumentare dell’aria. Un diportista medio prima di guardare le prestazioni “pure” dovrebbe valutare il piacere di guida dato dalla sfruttabilità della “potenza” di un mezzo. L’Elan 410 è un buon esempio di equilibrio. La barca, mai estrema, è gestibile in equipaggio ridotto (il timoniere controlla direttamente paterazzo, scotta e carrello randa) come in regata grazie alla giusta disposizione delle manovre.


Tutto ciò che serve c’è ma non si vede
Le coperte delle barche da regata sono spesso “segnate” dalle esigenze della competizione. Non sempre si riesce ad armonizzare la pluralità di manovre necessarie per la conduzione del mezzo in regata con le esigenze estetiche, e non solo (basta pensare al rischio “inciampo”), della crociera.
Elan 410: bella e pratica
Il progettista dell’Elan 410, Rob Humphreys, ha valutato con attenzione il binomio estetica/funzione inserendo tutti gli elementi necessari mimetizzandoli con le forme. Le manovre che dal piede d’albero vanno ai winch ai lati del tambuccio corrono incassate, così come la scotta della randa alla tedesca, il caricabasso del tangone e tutti gli oblò (soluzione necessaria per evitare che in regata si incattivisca qualche cima). Disposizione diversa per l’Oceanis e il Dufour che presentano solo una parziale copertura delle manovre e l’assenza di oblò incassati non necessari per la crociera.