Ad Alicante a novembre una regata con le barche che hanno partecipato alla Whitbread, il giro del mondo in equipaggio più duro della storia

Se vi capita di guardare delle immagini di barche ed equipaggi che navigavano (e facevano il giro del mondo) negli anni ’70 vi verrà automatico fare un paragone con i giorni nostri. Gli scafi avevano linee certamente bellissime, caratterizzati da un alto dislocamento con attrezzature pesanti e dure da manovrare. I velisti navigavano con il maglione di lana (anche più di uno) e una cerata che non era altro che uno strato in PVC.
La prima Whitbread
In quegli anni, precisamente nel 1973, partiva da Southampton la prima edizione del Giro del Mondo in equipaggio, la famosa Whitbread. Un evento che oggi sembra epico perché a partecipare non erano barche da regata avveniristiche, ma scafi pensati per la crociere.
La prima edizione fu vinta dal leggendario Sayula II, uno Swan 65 del miliardario messicano Ramon Carlin. Oltre 30 tonnellate di dislocamento per un’imbarcazione lunga meno di 20 metri.
Anche tre barche italiane presero parte a quel giro del mondo: Doi Malingri con CS&RB, un prototipo di 15 metri; Erik Pascoli su Tauranga, un normale Swan 55; Giorgio Falck che si classificò dignitosamente al quinto posto con Guia I, lungo appena tredici metri e costruito in cedro del Libano su progetto di Sparkman&Stephens. Da quell’anno la Whitbread divenne una delle regate più dure del mondo e la più ambita dai velisti più temerari.
Una regata per le leggende del mare
In occasione della partenza del prossimo giro del mondo (Volvo Ocean Race) ad Alicante, il 2 novembre ci sarà il primo raduno delle vecchie glorie che hanno partecipato a questa fantastica regata. Si sfideranno tra le boe miti come Steinlager II e Rothmans.
Tra i testimonial sarà sicuramente presente il veterano di quattro edizioni Skip Novak, la cui storia include anche il ruolo di skipper di Drum, la barca della rock star Simon Le Bon, nel 1985/86 e la creazione del primo team russo, Fazisi, nel 1989/90. Insomma, se volete anche voi fare parte della storia della regata più dura del mondo, non potete mancare ad Alicante.

L’evoluzione di una regata “mito della vela”
Dal 1973 a oggi sono cambiate molte cose, prima si correva con barche normali, oggi con “mostri” del mare. Le prime barche a fare il giro del mondo erano modelli “normali”. Negli anni ’70 non c’era il dissalatore e per il freddo c’erano solo i maglioni…
1973-1974 Inizia l’avventura: si partecipa con semplici barche di famiglia
Alla prima edizione regatano barche “normali”, tanto che vince lo Swan 65 Sayula II. Le tre barche italiane sono Guia I di Giorgio Falck (nella foto, un 13 metri in cedro disegnato da Sparkman&Stephens per il Mediterraneo), Tauranga portato dallo skipper Erik Pascoli (uno Swan 55) e CS&RB di Doi Malingri (il prototipo dei Koala 50).
1985-1986 Arriva il professionismo: ormai per vincere serve un prototipo
“La Whitbread non è più come prima” (quante volte è stata pronunciata questa frase! Praticamente a ogni nuova edizione). Il 1985, tuttavia, con l’arrivo dei grandi sponsor, è proprio l’anno del passaggio ai prototipi (nella foto, Cote d’Or, il 25 metri in Kevlar-carbonio di Tabarly) disegnati e costruiti appositamente per vincere la regata.
1993-1994 Cambiano le barche: devono essere della stessa lunghezza e peso
Chi ha la barca più grande vince. Il giro del mondo ha preso una brutta piega. Così, nel 1993, nasce una classe con la regola della box rule (limiti massimi al peso, lunghezza, larghezza, superficie velica). Nelle edizioni del ’93-’94, ’97-’98 e 2001-’02 ci sono i VOR 60 (nella foto, Winston del ’93), lunghi 19 metri; dal 2005 gli Open 70 (21,5 m).