La prossima edizione dell’America’s Cup sarà speciale: non solo per la tecnologia usata, ma anche per le sfide tra i team. Ecco tutti gli skipper protagonisti della 35esima Coppa America
by Emilio Martinelli
Signore e signori: allacciate le cinture! Perché questa sarà una Coppa America volante. Andiamo subito a conoscere i team protagonisti e i loro skipper.
UN’EDIZIONE… VOLANTE
Non solo per i foil che sollevano i catamarani o le loro velocità (siamo a 48 nodi in prova). Ma perché solo in volo, da un elicottero o da drone, le telecamere riusciranno a seguire questa 35a America’s Cup. Una sfida segnata da molti cambiamenti, da non poche polemiche e da clamorosi abbandoni. Soprattutto da una valanga di ricerca e tecnologia.
Ora però si passa al vento e al mare di Great Sound, a Bermuda. Qui sono attesi venti medi per il mese in cui, dalle selezioni dello sfidante al duello finale, si combatterà per la Old Mug.
I PROTAGONISTI
Sir BEN AINSLE
Protagonisti sei team molto diversi tra loro e non solo per ricchezza. In testa alla graduatoria (110 milioni di budget) Land Rover BAR comandato da sir Ben Ainslie. Questi vorrebbe riportare la ex Coppa delle Cento Ghinee là dove è nata: nelle acque dell’isola di Wight.
JAMES SPITHILL
Un gradino sotto, attorno ai 90 milioni, il defender Oracle Team USA di Larry Ellison. Al timone ci sarà James Spithill che cerca la sua terza Coppa dopo Valencia 2010 e San Francisco 2013. Anche Larry Ellison cerca il tris anche se, facendo passare a maggioranza (cinque su sei) il suo progetto delle prossime edizioni (sempre le stesse barche e cadenza biennale), la sua visione della Coppa sembra aver già vinto.
IL TEAM ARTEMIS
Chi se non vincere, vuole almeno partecipare, è Artemis dello svedese Torbjörn Törnqvist. Per farlo ha investito 80 milioni e un team di 124 persone dopo che a San Francisco, per i danni subiti dalla barca nel rovesciamento in cui perse la vita Andrew “Bar” Simpson, fece solo atto di presenza.
EMIRATES
Vincere e uccidere il fantasma di San Francisco e di quell’8 a 1 diventato la sconfitta per 9 a 8 è l’obiettivo di Emirates Team New Zealand (accreditato di 50 milioni di budget). È ancora trainato da Grant Dalton e con il più giovane al timone: Peter Burling, 26 anni. Per dargli tutta la potenza necessaria a manovrare albero alare, foil e diavolerie varie sul loro cat, i Kiwi hanno montato quattro cyclette che azionano le pompe del circuito idraulico. Un’altra dimostrazione della loro inventiva cominciata nella Coppa del 1987 con una barca in vetroresina: Plastic Fantastic.
SOFTBANK TEAM JAPAN
Si basa sui soldi (30 milioni forse più) di Masayoshi Son, l’uomo più ricco del Giappone, la benedizione (e non solo) di Oracle e sulla rabbia di Dean Barker, l’avventura di SoftBank Team Japan. Messo da parte dai connazionali dopo il tracollo Kiwi di San Francisco, Barker ha preso il cappello e il Giappone e per la quarta volta è alla Coppa.
FRANCK CAMMAS
Sale invece a 13 partecipazioni la Francia con Groupama Team France che sopperisce al budget di 30 milioni con un fuoriclasse: Franck Cammas. Sa tutto di multiscafi, ma sugli oceani. Sarà da vedere come si comporterà lui ma anche tutti gli altri timonieri di questa America’s Cup nel circling che apre il match race. Un gioco sottile, ma questa volta condotto sul filo dei 25-30 nodi. Praticamente in volo.