Sergio Cutolo e il suo Hydrotec
by G. O.
Già perché Sergio Cutolo, nato a Napoli, laurea in ingegneria navale, la sua prima esperienza lavorativa l’ha fatta al Cetena, il Centro per gli Studi di Tecnica Navale di Fincantieri. Quindi, nel 1985, l’ingresso in uno dei cantieri simbolo della grande nautica italiana: Baglietto. E, a parte due anni trascorsi ai Cantieri Navali Rodriquez di Messina, la passione («Tutto è nato da ragazzo e dal mio amore per la vela»), e l’impegno di Sergio Cutolo sono sempre stati nel mondo degli yacht.
In Baglietto, Cutolo, a solo 31 anni, è stato il direttore tecnico; poi la decisione di creare il proprio studio. Nasce così Hydrotec che fa il suo esordio sul palcoscenico internazionale con il progetto di u 147 piedi costruito da Trinity Shipyard. È il primo di una lunga serie di yacht, costruiti da tutti i più grandi cantieri, dove Sergio Cutolo e il suo studio portano tutto il loro know how nel mondo dell’ingenerai navale per poi allargare il campo d’azione. È infatti del 2003 la svolta con il passaggio a una progettazione che affronta a tutto tondo il design di uno yacht.
Una svolta che, dopo il Naumachos 82 dei Cantieri di Pesaro, che nel 2007 segna l’inizio della nuova stagione di Hydrotec, è proseguita con il primo Darwin 86 dei Cantieri delle Marche, il Furst 60, sempre di CdM, e il Columbus 56 Prima, solo per citare alcuni dei progetti. Poi, nel 2014, ecco Columbus 40S Hybrid, «Primo vero yacht ibrido», come sottolinea Sergio Cutolo. Uno yacht che abbina due MTU da 1920 cavalli ciascuno ad altrettanti motori elettrici da 75 kW e tre generatori diesel da 80kW, che consentono varie combinazioni. Una velocità massima di 22 nodi con gli MTU, una velocità da crociera di 15 nodi con MTU e i due motori elettrici che forniscono energia elettrica per i servizi e infine, con i generatori diesel in funzione sui motori elettrici, in modalità crocieraeconomica, una velocità di 7,5 nodi.
Un ventaglio di opportunità che viene dalla sinergia tra diversi settori progettuali di Hydrotec. Efficienza dello scafo, impatto ecologico, comfort e ottimizzazione degli spazi interni sono infatti il risultato del lavoro, fianco a fianco, di designer, architetti e ingeneri. «Nel corso del progetto», spiega Sergio Cutolo, «tutte queste figure interagiscono costantemente tra di loro, per garantire che forma e funzione vengano analizzate in ogni dettaglio». Un lavoro che a Hydrotec definiscono “architettura navale creativa”: dove creatività significa essere proattivi con designer e architetti per scoprire sempre le migliori soluzioni tecniche che massimizzano immagine e stile. Una filosofia sulla quale Hydrotec si muove in maniera dinamica e sicura e che, per il 2015, ha significato il varo di ben sei grandi yacht. Per lo studio di Sergio Cutolo un degno bilancio dopo i primi vent’anni di attività.



